Ecco. Se fino a quel momento il suo aspetto non l’avesse completamente rimbecillita, adesso la voce bassa, roca e scura come gli occhi, potrebbe anche mandarla all’altro mondo senza che se ne accorga. «Io… credo la seconda» dice disattivando completamente il filtro bocca-cervello, e dopo essersi riascoltata mentalmente ciò che ne consegue è un’inevitabile smorfia. «Perdonami, non volevo metterti in imbarazzo…» «Oh no… semmai… io… dovrei…» sente il viso avvampare e qualcosa di strano muoversi all’interno della pancia «scusami… non volevo… ero distratta» conclude.
«Capita. Lascia che mi faccia perdonare, allora» continua lui. «Volentieri!» si schiarisce la voce. «Per cosa?» le sillabe si compongono e scompongono tra i suoi neuroni come un Tetris nel quale i pezzettini che scendono sono tutti diversi l’uno dall’altra.
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