27 marzo 2022
Recensione: "Rebirth" di Chiara Cipolla
16 marzo 2022
Blogtour: Tour dei titoli - "Imago" di Alessandra Paoloni
Cari lettori, oggi per il blogtour di "Imago", il romanzo di Alessandra Paoloni, conosciamo i titoli della serie.
Il titolo di un libro, si sa, ne deve esprimere il concetto. Quando dovevo “battezzare” la dilogia di Tiepole ho pensato subito a qualche termine inglese. Poi, però, ho riflettuto che di nomi inglesi il mercato editoriale ne è pieno. Ho virato, quindi, sul latino. State tranquilli, dunque. I titoli si leggono come sono scritti.
Ma cosa significano?
Descendens
Il termine Descendens viene dal participio presente del verbo “descendo” che, tra i suoi significati, conta anche quello di “trarre origine”, “discendere da”. In Descendens, in effetti, ci troviamo davanti a un piccolo giallo da risolvere: chi è la misteriosa discendente di Marta Vasselli? E più in generale: la discendenza è un tema importante nella storia di Tiepole. Molto spesso si fa riferimento ai discendenti di Tiepolo Costantini o dei Vasselli (la famiglia che per prima seguì Tiepolo via da Acriterra). Tiepole è un piccolo paese, e numerosi sono i discendenti delle famiglie che scavalcarono la montagna. Quindi il “discendere da” è uno dei temi portanti dell'intera dilogia.
Il sangue. Ciò che si tramanda da genitore in figlio. Ciò che rappresenta la discendenza e la certifica. Il sangue che avrebbe dovuto bagnare le ossa di Marta Vasselli. Emma urlò. Gridò con quanto più fiato aveva in gola tutta la sua frustrazione.
Imago
Il termine Imago è un sostantivo femminile che tra i suoi significati ha quello di “spirito dei morti”, “apparizione”, “riflesso”...
Ora, non posso scrivere moltissimo su questo titolo poiché rivelerei troppo della trama. Ma il sostantivo riguarda le maledizioni che, come abbiamo molto spesso detto, in questo sequel trovano il loro compimento. Sono riflesso di chi muta, forse? O le maledizioni sono apparizioni che spaventano chi le guarda?
Io. Sono. La. Tua. Maledizione.
Anathema
Dopo la parola Fine di Imago, ci sono le appendici della dilogia raggruppate sotto il titolo di Anathema. Questo è il titolo più intuitivo: sempre dal latino, sostantivo neutro, ha come significato anatema, appunto, ma più in generale maledizione. Il riferimento, manco a dirlo, è alle maledizioni che Marta Vasselli ha scagliato contro i nascituri di Tiepole e che trascina tutta la vicenda, causando scontri, dolore, faide e orrori.
«Ragazzi miei, è giunto il momento di spiegarvi perché siete nati con poteri speciali. Perché ho scagliato contro di voi la mia maledizione.»
15 marzo 2022
Blog tour: L'ambientazione - "Imago" di Alessandra Paoloni
Cari lettori, oggi partecipo al blog tour dedicato al romanzo "Imago" di Alessandra Paoloni
La natura e il cielo plumbeo
Il cielo plumbeo prometteva ancora pioggia, eppure c’erano dei brevissimi momenti in cui, nel loro lento passaggio, le nuvole permettevano ai deboli raggi del sole di filtrare attraverso di esse. Scordatevi il sole, se mettete piede a Tiepole. Il cielo è perennemente plumbeo, come se la terra maledetta fosse ricoperta dalle nuvole per nasconderla al resto del mondo. Un luogo inospitale, che non offre nulla se non misteri e leggende. Eppure Tiepole è circondato dalla natura, da colline e radure, da quercie e fogliame, come a ricordare che è dalla natura che dipendiamo anche se tendiamo a scordarcelo. Ed è proprio in mezzo alla natura che Marta Vasselli decise di trascorrere gli ultimi anni della sua esistenza. Le mura sembravano sbucare dalla terra come un mostro sotterraneo pronto a divorare chiunque.
E la quercia, immobile, pareva essere in attesa di qualcuno.
La chiesa e il cimitero
Due posti che ricorrono molto spesso, anche in Imago, sono la chiesa e il cimitero del paese. La prima perché sede dell'Assemblea cittadina, e non solo; il secondo perché in questo sequel la parte spiritistica prende ancora più il sopravvento. La linea della vita e della morte, in Imago, si assottiglia notevolmente. E i cimiteri, una volta tanto, non sono soltanto quei luoghi di morte fisica.
Ma diventano posti di ritorno e, infine, risoluzione.
«Mi hai seguita già in un cimitero... ti accontenterò di nuovo.»