TRAMA
Roma, Anno del Signore esamidimaturità.
Melania Santacroce ha diciotto anni, un gusto eccentrico in fatto di vestiti e i capelli tinti di viola. Afferma di portare una terza scarsa di seno più per ottimismo che per amore della realtà e, quando non si allontana dal mondo per comporre poesie distratte, si interroga sull’efficacia delle taglie dei jeans, su Lord Byron e sulla dubbia puntualità dei mezzi di trasporto capitolini.
Sebbene alta e non proprio esile, a volte teme di risultare impercettibile, ma a salvarla dalla banalità del quotidiano sono le uscite al vetriolo che di tanto in tanto ama diffondere con nonchalance.
Non è proprio sicura di credere in Dio, ma frequenta una scuola privata di stampo cattolico. Non ama tradurre il greco, ma si accinge ad affrontare l’ultimo anno di liceo classico. Non si è mai innamorata, ma alla fine è arrivato Manfredi Vergara: suo professore e uomo impegnato in una relazione complicata con Dio.
Perché Manfredi è un prete. E Melania, che non ha mai assaporato la tentazione, si trasformerà in quella più pericolosa per un uomo che non appartiene nemmeno a se stesso. O forse nel suo amabile inferno.
BIOGRAFIA
Eleonora Fasolino è nata a Roma, città che tuttora vive e ama, nel 1992.
Dopo la maturità classica, per eccesso di sadismo ha conseguito la laurea triennale in Lingue, Culture, Letterature e Traduzione presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Conosce, o almeno spera, la propria lingua madre, l’inglese, il russo e modi molto creativi per dare un nome a gattini appena incontrati.
Lavora, e continua a studiare, nella dimensione editoriale, perché di libri non è mai sazia.
Ama la Scozia, dove si sente a casa, scovare ristorantini e ascoltare musica varia ed eventuale.
ESTRATTO
“Aveva permesso a Melania di avvicinarsi e… no, non lo aveva permesso. Lo aveva desiderato. Lo aveva desiderato da quel pomeriggio a Largo Argentina, quando lei lo aveva spogliato senza nemmeno toccarlo; quando gli aveva ricordato la bellezza del desiderio. Un desiderio totale, di spirito e carne. Lei l’aveva preso, ostinata, e lui l’aveva lasciata fare.”
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