L'isola delle lepri
di Patrizia Poli
edito Literary romance, PubMe
Trama:
Margit d’Ungheria è ancora nel grembo materno quando viene votata a Dio.
Monacata a forza si accolla ogni sofferenza e privazione pur di essere gradita all’Altissimo. Rifiuta la proposta di matrimonio dell’aitante re di Boemia Ottocaro, mette pace fra l’amato fratello Stefano e il padre. In realtà, il suo animo triste è preda di una nostalgia feroce e di rancori violenti, il suo cuore è straziato dal desiderio di una vita fuori dalle cupe mura del convento. Accanto a lei, Marcello, il padre provinciale dei domenicani, bruciato da una segreta passione, e Kalima, la fedele cagna. È la storia di una donna singolare, di una giovane vita sprecata, di un animo potente, tormentato, capace di amore, passione e solitudine immensi.
Cari lettori, eccomi a parlarvi di un romanzo storico bellissimo che mi ha incuriosita sin da quando ho letto la trama: "L'isola delle lepri" di Patrizia Poli, edito Literary romance.
La protagonista è la principessa Margit Arpad, nata nel 1242 in Ungheria, decima figlia del re Bela e della principessa bizantina Maria Lascaris. Poco prima della nascita, la sua vita venne votata a Dio per salvare l'Ungheria. Perciò all'età di soli quattro anni viene portata in convento. Vi lascio immaginare lo strazio e il dolore che ha provato per essere stata abbandonata, il rancore che inizia anno dopo anno a provare verso i genitori e quel senso di essere stata inadeguata come figlia.
La vita nel convento, che il re ha fatto costruire proprio per lei, procede tra salmi e preghiere, con al suo fianco il padre confessore Marcello e la suora Olimpiade, le uniche persone di cui Margit si fidi oltre al suo cane Kalima.
Ad un certo punto però Margit si rende conto dell'immenso amore che prova verso Gesù, del dolore della crocifissione, e la sua devozione diventa una sorta di ossessione, tanto che digiuna e si punisce.
Spesso durante la lettura mi sono chiesta se le sue scelte, e le sue azioni, non siano state più un modo per vendicarsi della sua famiglia piuttosto che per la fede che professava. E tutt'ora non sono riuscita a farmi una risposta. Fatto sta che la sua vita, la vita di Santa Margherita, è stata dolorosa e solitaria fino alla sua morte.
Ho praticamente letto il romanzo tutto d'un fiato; è magnetico e la voglia di scoprire maggiori dettagli sulla vita di Margit era tanta. Lo stile dell'autrice è coinvolgente e le descrizioni, le sensazioni e le emozioni sono talmente fatte bene da sembrare vere. L'angoscia e il tormento di Margit sono così palpabili da lasciare al termine della lettura la sensazione di un vuoto.
Voto 5 stelle
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